Per l’epatite autoimmune, il trattamento consiste nel rallentare il sistema immunitario del paziente, al fine di ridurre l’infiammazione epatica e di conseguenza il rischio di cirrosi a lungo termine.
Generalmente si utilizzano il prednisone e l’azatioprina (Imurek®), che sono farmaci immunosoppressori.
A differenza dell’epatite autoimmune, la colangite sclerosante non risponde agli immunosoppressori (steroidi, azatioprina).
Viene quindi adottata una strategia di monitoraggio delle complicanze della colestasi: carenza di vitamine liposolubili e fragilità ossea.
A causa di un maggiore rischio di tumore delle vie biliari, per la colangite sclerosante è spesso indicato il trapianto di fegato.
In alcuni casi, il bambino potrebbe avere una “overlap syndrome”. Alla biopsia, si osserva un’immagine che evidenzia entrambe le patologie: la biopsia mostra segni di epatite autoimmune (EAI) da una parte e di colangite sclerosante primitiva (CSP) dall’altra.
È opportuno seguire da vicino questi bambini per limitare gli effetti collaterali del trattamento se i farmaci non funzionano.